I cybercriminali utilizzano tattiche di quindici anni fa per colpire vulnerabilità irrisolte

Gli esperti di Barracuda Networks hanno condotto una nuova ricerca che evidenzia come gli hacker sfruttino tattiche consolidate e vecchie vulnerabilità di sicurezza per colpire le organizzazioni e cercare di ottenere il controllo remoto dei sistemi, installare malware, rubare informazioni, interrompere o disabilitare processi aziendali tramite attacchi denial-of-service.

I risultati si basano sull’analisi dei dati rilevati nel corso di tre mesi dagli Intrusion Detection System (IDS) utilizzati dal Security Operations Center (SOC) di Barracuda, parte di Barracuda XDR. Gli strumenti IDS non solo forniscono un efficace e tempestivo sistema di allerta per potenziali attacchi, ma svelano anche i punti deboli presi di mira dai criminali informatici e le tattiche più utilizzate.

Di seguito, alcuni degli elementi principali emersi dall’analisi dei dati rilevati:

“Le falle informatiche non hanno una data di scadenza e c’è il rischio che, con il passare del tempo, diventino più difficili da individuare e mitigare, ridotte a vulnerabilità ombra, profondamente integrate in un sistema o un’applicazione”, afferma Merium Khalid, senior SOC manager, offensive security di Barracuda XDR. “Le tattiche di attacco non hanno bisogno di essere nuove e nemmeno sofisticate per avere successo. È essenziale adottare un approccio stratificato alla protezione, composto da diversi livelli di rilevamento e analisi sempre più profondi. Conoscere quali vulnerabilità si nascondano in un ambiente IT, chi potrebbe prenderle di mira e in che modo è cruciale quanto la capacità di rispondere a queste minacce e arginarle”.

Digiqole Ad