Resca, Confimprese: «Si conferma la tenuta del retail: 3.240 aperture nel II semestre» Marco Di Dio Roccazzella, JAKALA: «L’iper-personalizzazione supportata dall’AI incrementa l’open rate delle campagne fino al 15% e il tasso di conversione al 25%» Emilio Mango, The Innovation Group: «Evitare il gap che l’AI può creare tra grandi e piccole aziende»
Il Centro studi Confimprese pubblica il rapporto sul consuntivo dei piani di sviluppo della base associativa. Nonostante il calo dei consumi nei primi 5 mesi dell’anno e l’incertezza dello scenario internazionale, si stimano 5.580 nuovi punti entro la fine del 2024 pari a una progressione del +6,6%, di cui 3.240 nel II semestre con una ricaduta occupazionale di 33.264 nuovi addetti nel totale anno.
Bene centri commerciali e negozi di prossimità, indicati come canali prioritari di sviluppo della rete distributiva e dalla totalità del settore abbigliamento-accessori.
Il trend di chiusura di punti vendita dovrebbe risultare debole entro la fine del 2024 pari a circa il 2% rispetto al 2023. L’eccessiva onerosità delle location indicata come causa principale da 7 retailer su 10.
Dalla ricerca JAKALA sull’AI emerge che la scommessa del retail ora è la sua applicazione nelle dinamiche di vendita a favore del consumatore finale. Se il retail non applica le stesse modalità del linguaggio dei dati commette un errore strategico che lo condanna alla marginalizzazione.
The Innovation Group avverte: l’AI non amplifichi il gap tra le grandi organizzazioni in grado di investire e trovare competenze e gli operatori medi e piccoli.
Si è svolto a Stresa l’annuale Retail Summit organizzato da Confimprese in collaborazione con JAKALA e The Innovation Group sull’universo retail.
La lettura dei dati del Centro studi Confimprese, in collaborazione con Global Strategy, sull’anno in corso fotografa un mercato in evoluzione e positivo per il retail, che continua a investire aprendo 2.160 nuovi punti vendita nel primo semestre 2024 e una previsione di toccare quota 5.580 nuovi esercizi commerciali nel totale anno 2024, pari a un tasso di aperture del +6,6% sul 2023. Dall’analisi dei dati appare che i retailer dimostrino maggiori dinamicità e ottimismo verso il semestre che si è aperto in luglio con una stima di 3.240 nuovi punti vendita, equamente distribuiti tra diretti e in franchising, con una spinta maggiore nella ristorazione. Buona la ricaduta occupazionale con un impatto positivo nell’ordine di 33.264 nuovi addetti nel settore, di cui 13.200 già nel primo semestre.
Alla luce di quanto sopra, si apre oggi una nuova partita per il retail: l’applicazione dell’intelligenza artificiale nelle modalità di vendita e nell’organizzazioni dei negozi fisici. Se non si mette al passo, commette un errore strategico che lo condanna alla marginalizzazione.
Il campione delle aziende rispondenti è composto dal 44% da retailer appartenenti al settore ristorazione, dal 26% da abbigliamento-accessori e dal rimanente 30% da altro retail (al cui interno i settori casa-arredo, elettronica e telefonia sono i più rappresentati).
«Nonostante le tensioni internazionali e le dinamiche macroeconomiche – afferma Mario Resca, presidente Confimprese (oltre 450 brand commerciali, 90mila punti vendita, 800mila addetti) – il 2024 dovrebbe essere un anno positivo per le reti di punti vendita, trainato dal settore della ristorazione. Rispetto alle stime di inizio anno registriamo una buona tenuta del retail che, rispetto al commercio tradizionale, può contare sulla forza del brand sviluppato attraverso le catene distributive. Tuttavia, siamo penalizzati dalle asimmetrie tra off e online. Il mondo del commercio è profondamente cambiato e la riforma del settore è urgente, non è pensabile richiamare e adottare decreti del 1998 o 2001 per le vendite online, quando tale canale era sconosciuto. È necessario che il legislatore riveda l’intero impianto normativo per equiparare i canali di vendita e si renda consapevole che il retail muove complessivamente 445 miliardi di fatturato. È il vero motore dell’economia italiana».
Nelle aperture, sia pure con un consuntivo di oltre 2mila punti vendita messi a segno nei primi 6 mesi dell’anno, le imprese hanno adottato a inizio 2024 una maggiore prudenza nell’espansione della rete commerciale, anche alla luce del contesto geopolitico internazionale e di un inizio anno non brillante per i consumi in flessione del -0,8% nel progressivo gennaio-maggio 2024 sullo stesso periodo 2023 (dati Osservatorio consumi Confimprese-JAKALA). Tuttavia, non si registra una revisione delle previsioni di inizio anno. Il trend è positivo. In particolare, i dati di apertura del II semestre 2024 sono in miglioramento sullo stesso periodo 2023 in cui le aperture si erano fermate a 1.650.
2019-2024 |
TREND APERTURE PUNTI VENDITA |
II SEMESTRE 2024 |
3.240 |
II SEMESTRE 2023 |
1.650 |
II SEMESTRE 2022 |
1.050 |
II SEMESTRE 2021 |
920 |
II SEMESTRE 2019 |
820 |
Trend di chiusura e principali motivazioni: 7 retailer su 10 indicano l’eccessiva onerosità delle location
Il trend di chiusura di punti vendita dovrebbe risultare debole entro la fine del 2024 pari a circa il 2% di chiusure rispetto al 2023. Le cause sono legate all’eccessiva onerosità delle location indicata dal 70% del campione, agli interventi di razionalizzazione della rete distributiva (65%), con un’incidenza superiore rispetto al 27% indicato nel 2023. Si registra un aumento di circa 11 punti percentuali per l’eccessiva onerosità della location e 38 punti percentuali per il processo di razionalizzazione della rete. Diminuiscono invece le percentuali di rispondenti che indicano come principali ragioni le scadenze dei contratti dell’immobile commerciale (9%) o con il franchisee (4%)
Canali di vendita: i retailer di abbigliamento-accessori scelgono i centri commerciali, outlet e retail park
Quanto ai canali di vendita, come nel 1° semestre, il canale di sviluppo prioritario per tutti i settori è quello dei centri commerciali/outlet, retail park e travel, indicati dal 100% delle aziende di abbigliamento-accessori, dall’82% della ristorazione e dal 62% di altro retail. Significative le aperture anche nei negozi di prossimità e aree periferiche e nelle vie dello shopping delle grandi città, privilegiate dal 38% di altro retail, dal 33% di abbigliamento-accessori e dal 29% della ristorazione.
«La ricerca condotta da JAKALA – commenta Marco Di Dio Roccazzella, general manager JAKALA – evidenzia diversi ambiti di applicazione dell’AI, che spaziano dal marketing e dal miglioramento della customer experience fino alle funzioni corporate, con un impatto significativo sulla riduzione dei costi, sull’efficienza e sull’aumento della produttività. L’AI generativa viene sperimentata con successo soprattutto nella comunicazione personalizzata e nel servizio clienti, grazie alla sua capacità di creare contenuti marketing su misura e automatizzare il supporto con un alto livello di sofisticazione, migliorando notevolmente l’interazione con i clienti. Il 62% dei rispondenti applica l’AI nell’ambito dell’iper-personalizzazione, incrementando l’open rate delle campagne fino al 15% e il tasso di conversione fino al 25%. Il 42% dichiara di usare l’AI per definire il mix degli investimenti di marketing e circa il 30% per prototipi e redesign dei prodotti. È interessante notare che solo il 19% dei ceo dichiara di adottare l’AI per lo sviluppo di modelli di pricing. Questo conferma che il settore retail ha ancora un ampio margine di miglioramento per sfruttare il potenziale dei dati per definire politiche di offerta e di pricing».
L’AI generativa è una grande opportunità. Bisogna, tuttavia, lavorare per evitare che amplifichi il gap tra le grandi organizzazioni in grado di investire e trovare competenze e gli operatori medi e piccoli.
«Il trasferimento delle conoscenze e la condivisione delle best practice – riflette Emilio Mango, general manager The Innovation Group – sono due tra le azioni che possono consentire alle imprese di non perdere l’occasione offerta da tecnologie esponenziali come l’AI generativa. L’organizzazione di eventi come il retail summit va proprio in questa direzione: trasformare l’innovazione digitale in fatti concreti e in progetti che possono migliorare l’efficienza operativa e la customer experience».