Ricerca Cornerstone: aumenta la richiesta di una sempre maggiore trasparenza sulle opportunità di mobilità interna
Cornerstone, principale fornitore di soluzioni per la talent experience, ha presentato i risultati di uno studio globale sull’evoluzione della mobilità dei talenti, che evidenzia la richiesta urgente di visibilità e accesso a opportunità di crescita professionale all’interno delle aziende. Il report Pronti, partenza, crescita: I pilastri di una mobilità dei talenti ad alto impatto, realizzato da Cornerstone People Research Lab in collaborazione con Lighthouse Research & Advisory, è incentrato sulla mobilità interna e punta i riflettori sul ruolo della tecnologia per favorire la crescita dei dipendenti in un panorama dei talenti in continua evoluzione come quello attuale.
Lo studio globale 2023 ha raccolto le opinioni di 1.060 datori di lavoro e 1.000 dipendenti in Europa, Stati Uniti e Asia sull’importanza della mobilità e delle opportunità di crescita professionale all’interno delle organizzazioni. Un dato è emerso molto chiaramente: finita l’era del posto fisso presso un unico datore di lavoro per tutta la vita, aumenta il desiderio dei dipendenti di cambiare, crescere e ampliare le proprie aree di competenza all’interno delle aziende in cui lavorano. Lo sviluppo del talento e la mobilità interna sono richieste costanti della forza lavoro moderna e fattori determinanti per coinvolgere e fidelizzare i dipendenti.
Di seguito, i principali risultati per l’area EMEA:
- Secondo i responsabili della formazione, il primo strumento attraverso cui la forza lavoro nell’area EMEA ha visibilità sulle opportunità di crescita professionale sono i colloqui con i responsabili.
- Il 51% dei dipendenti nell’area EMEA dichiara che il miglior modo per la propria azienda di contribuire allo sviluppo delle competenze è offrire opportunità di cambiamento, crescita e arricchimento professionale.
- Un terzo (33%) delle organizzazioni nell’area EMEA segnala che il proprio personale ha visibilità sulle opportunità di carriera grazie a strumenti tecnologici di vario genere.
“Le tecnologie per la mobilità interna dei talenti sono per molti aspetti ancora relativamente nuove, ma sono evidentemente in grado di soddisfare le esigenze sia dell’organizzazione sia dei dipendenti”, dichiara Ben Eubanks, Principal Analyst e Chief Research Officer di Lighthouse Research & Advisory. “Per stare al passo con un panorama dei talenti in continua evoluzione, i datori di lavoro dovranno adottare un sistema capace di attrarre, coinvolgere e trattenere i talenti più brillanti. Solo adottando questo tipo di sistema, i datori di lavoro potranno creare una forza lavoro capace di evolvere autonomamente e più incline a crescere all’interno dell’organizzazione, mentre i dipendenti avranno libertà e controllo sul loro percorso di carriera, con benefici per entrambe le parti”.
Evidenziando il ruolo chiave dei manager per la soddisfazione lavorativa dei propri collaboratori, lo studio mostra che i dipendenti con forte senso di appartenenza hanno il 190% di probabilità in più di affermare che il loro responsabile favorirebbe il loro percorso di carriera; mentre i dipendenti con scarso senso di appartenenza hanno probabilità sei volte maggiori di affermare che non sanno se il loro responsabile o datore di lavoro verifichi le loro competenze.
“La mobilità dei talenti svolge un ruolo centrale nelle imprese moderne”, afferma Federico Francini, Area Vice President e Country Manager di Cornerstone Italia. “Secondo i dati dell’Osservatorio HR Innovation Practice del Politecnico di Milano, il 94% delle aziende in Italia ha difficoltà ad assumere nuovo personale e per il 74% delle organizzazioni tale difficoltà è cresciuta nell’ultimo anno. A fronte di queste cifre risulta ancora più evidente quanto sia essenziale promuovere la mobilità interna alle aziende e garantire opportunità di crescita e formazione per valorizzare i talenti già presenti“.
- Le donne che si dichiarano interessate a valutare progetti per acquisire competenze nuove o diverse sono il 33% in più rispetto agli uomini.
- Le persone di età inferiore a 45 anni che si dichiarano interessate a valutare progetti per creare nuovi contatti e trovare nuovi mentori sono circa il 50% in più rispetto agli over 45.
- I dipendenti delle grandi aziende (oltre 1000 dipendenti) danno priorità a progetti che consentono di esplorare opportunità interne senza mettere a rischio la loro posizione.
“Sulla base dei risultati dello studio, non c’è dubbio che i dipendenti desiderino ampliare le proprie competenze e richiedano una maggiore trasparenza del percorso di carriera”, sottolinea Francini. “Le aziende che vogliono restare competitive, dunque, devono adottare sistemi HR sempre più sofisticati, che coniughino tre elementi chiave: tecnologie di gestione avanzata delle skill, democratizzazione della formazione e visibilità delle opportunità di crescita interne. Solo in questo modo sarà possibile soddisfare al contempo le aspirazioni dei collaboratori e le esigenze delle aziende”.