Across ha il suo Manager della Felicità
Dopo due anni di pandemia i lavoratori cercano con sempre maggiore fermezza un’occupazione più compatibile con le esigenze di vita personale e più appagante sotto il profilo professionale. D’altronde, parlano chiaro i dati della Fondazione Studi – Consulenti del Lavoro, in collaborazione con SWG, da cui emerge come il 55% dei lavoratori italiani desideri una nuova occupazione perché insoddisfatto di quella attuale.
In un momento storico sempre più interessato dalla ricerca di senso, quindi, risulta fondamentale lavorare in un ambiente in cui i propri valori personali diventino protagonisti, viaggiando parallelamente a quelli aziendali. Con questo obiettivo, Across – Digital Solution Company specializzata nel performance marketing multicanale – ha deciso di puntare sulla felicità, nominando Valeria Di Silvestro come “Chief Happiness Officer” dell’azienda.
Già impiegata in Across da 5 anni, dove si è occupata di organizzazione aziendale, relazioni pubbliche e comunicazione interna, Valeria Di Silvestro da oggi affianca il reparto risorse umane come Chief Happiness Officer, dopo aver completato con soddisfazione il percorso di certificazione strutturato da 2BHappyAgency, il riferimento italiano sulla Scienza della Felicità e delle Organizzazioni Positive. Un percorso che prevede la certificazione di otto competenze specifiche e funzionali alla trasformazione positiva delle organizzazioni, dei team e delle persone.
Al Manager della Felicità spetta il compito di monitorare ed incrementare il benessere organizzativo, fino alla realizzazione del potenziale di ogni risorsa. Ma in che modo? Nel concreto, il CHO studia le strategie, le misure e le azioni adatte a migliorare l’ambiente di lavoro e rendere le persone più produttive e motivate. Tutto ciò che riguarda il rapporto tra lavoratore e azienda viene riletto e affrontano secondo un approccio orientato al benessere che permette di rendere i dipendenti parte integrante di un sistema culturale più grande: l’azienda.
Il CHO, infatti, disegna contesti positivi capaci di generare benefici e vantaggi per il benessere dei singoli dipendenti, agendo sulle 4 dimensioni del “Sistema” Organizzazione: cultural transformation – volta ad orientare l’organizzazione verso un proposito di tipo collettivo; corporate happiness – necessaria per fare della felicità una strategia organizzativa coerente; positive leadership – perché ogni organizzazione deve disporre di leader positivi – e positive organization – essenziale per gestire i processi in modo congruente con la strategia sulla felicità identificata.
Il Gruppo Across, che attualmente conta oltre 100 dipendenti con un’età media poco superiore ai 30 anni, è tra le poche PMI italiane ad aver già introdotto in azienda questa figura. I CHO certificati ad oggi in Italia, tra consulenti, liberi professionisti e impiegati d’azienda, ammontano infatti a circa 250 unità.
“Sono felice dell’opportunità che mi è stata offerta. Grazie a questo nuovo ruolo avrò modo di integrare il modello culturale e gli strumenti dell’Organizzazione Positiva anche nella nostra azienda. – ha commentato Valeria Di Silvestro, Chief Happiness Officer di Across – Attraverso le giuste pratiche e le giuste azioni, la felicità – intesa come competenza e non solo come emozione – può essere coltivata e allenata e può fare davvero la differenza nelle organizzazioni.”
“Il recente Workmonitor di Randstad incentrato sull’esodo silenzioso dei lavoratori mette in luce come il 29% dei dipendenti italiani stia attivamente cercando un nuovo impiego, percentuale che arriva al 38% nella fascia tra i 25-34 anni, ossia quella che coinvolge la quasi totalità dei dipendenti di Across. – ha commentato Sergio Brizzo, CEO di Across – In un simile momento storico, dopo due anni di emergenza sanitaria e una situazione internazionale estremamente cupa, non si modificano solo le strategie aziendali ma anche le priorità dei singoli individui che dell’azienda decretano il successo: le esigenze del team ed il benessere aziendale tornano a ricoprire quel ruolo centrale che gli è sempre spettato ma che, forse, in altre occasioni è passato in secondo piano. E questa opportunità deve essere data a tutti, non solo alle multinazionali, perché un team coeso e allineato verso un obiettivo comune è ancora più necessario all’interno di una PMI.”