La Gen Z in azienda: come funziona l’integrazione generazionale nel mondo del lavoro?
Oggi, in Italia, un ragazzo su 4 entra nel processo di dispersione scolastica, lavorativa e sociale con il rischio sempre più concreto di perderne le tracce con tutte le conseguenze che ne derivano. Infatti, il 17,7% dei giovani tra i 15 e i 29 anni non è occupato e non è inserito in un percorso di istruzione e formazione. Di questi, il 19% sono maschi e il 21% femmine, in particolare in Sicilia la media è del 30% secondo i dati dell’ISTAT. Assistiamo di fatto a uno scontro generazionale, due generazioni solo apparentemente vicine che non condividono lo stesso bagaglio di attese, speranze e progetti. Cosa possono fare le aziende per favorire l’integrazione intergenerazionale?
Rispetto al passato, quindi, le aziende, il mondo dell’education e la scuola si trovano a dover gestire un cambiamento accelerato non lineare, causato da una enorme frattura rappresentata dalla pandemia, dalla guerra e dalle crisi conseguenti che hanno generato il problema dei NEET, ma anche il fenomeno della great resignation e del quiet quitting, messo in evidenza da un malessere generale sia delle persone che delle aziende di cui fanno parte. Una realtà che diventa sempre più complessa anche perché influenzata ulteriormente dalla rivoluzione tecnologica e digitale con l’avvento dei Big Data e dell’Intelligenza Artificiale.
“In 24ORE Business School grazie ai nostri 1200 docenti, manager di imprese o professionisti del settore che sono il nostro vero punto di forza, desideriamo offrire dei percorsi di formazione che possano diventare parte integrante e di supporto a livello strutturale delle strategie aziendali, fornendo al personale coinvolto nuove conoscenze e competenze utili per la propria crescita e finalizzate al conseguimento di obiettivi comuni – dichiara Pier Maria Minuzzo, People Development Director di 24ORE Business School – All’interno delle aziende è necessario trovare la giusta mediazione, partendo dal dialogo e dal confronto intergenerazionale così da poterne gestire al meglio la transizione. Credo fortemente che il mondo dell’education possa costituire un valido supporto per le aziende, intervenendo con appositi percorsi formativi su entrambi i soggetti coinvolti, ovvero manager e ragazzi, ma anche su tutti i dipendenti attraverso master che possono accompagnare il ciclo di vita del lavoratore”.
In occasione della 52°Congresso Nazionale AIDP – Associazione Italiana Direzione Personale – che si terrà al Palazzo dei Congressi a Firenze dal 12 al 13 maggio, 24ORE Business School diventa partner dell’evento con uno stand dedicato al mondo B2B, intento ad analizzare e interpretare lo scenario del lavoro italiano attuale, con l’obiettivo di proporre e anticipare soluzioni coerenti ed efficaci.
“Dall’Hiring all’On Boarding, dai talent program ai trainer aziendali, dai manager ai C-level, tutti hanno bisogno di aggiornamento continuo e di formazione, sia tecnica che trasversale, in grado di valorizzare il sapere, il saper fare e il saper essere, guidando i comportamenti così da consentire alle aziende di trarre il massimo dai propri collaboratori e, al medesimo tempo, ai collaboratori di realizzarsi – aggiunge Ciro Cafiero, Presidente AIDP Lazio – Partire dal diverso valore che si riconosce al lavoro e dal peso attribuito all’attività lavorativa nel determinare l’identità personale, è di fondamentale importanza per evitare le grandi dimissioni, il continuo passaggio dei ragazzi da un’azienda all’altra e lo spegnimento degli over 50. Per questo motivo annualmente in veste di Associazione Italiana Direzione Personale organizziamo un Congresso Nazionale per l’aggiornamento e l’analisi strategica sull’HR management, avvalendoci di importanti partner, tra cui enti, associazioni e istituzioni”.