Salute mentale: sulla rete Freeda Rileva i bisogni dei più giovani

 Salute mentale: sulla rete Freeda  Rileva i bisogni dei più giovani

Depressione (82%), ansia (81%) e stress (64%): queste le preoccupazioni dei giovani nell’ambito della salute mentale, secondo un’indagine online condotta da Freeda, piattaforma digitale che dà voce e ascolto alle Generazioni Z e Millennial, interagendo con una community di oltre 9 milioni di persone nel mondo. Dal questionario, diffuso in Italia, Regno Unito, Spagna e America Latina, attraverso i canali social della media company, emerge un quadro preoccupante, aggravato dal Covid. Si registra, infatti, un significativo incremento dei disturbi della sfera mentale legato alla pandemia: l’ansia aumenta del 77%, lo stress del 74% e la depressione del 66%.

Andrea Scotti Calderini, CEO e Co-Founder di Freeda, ha commentato così il report: “Da anni intercettare le esigenze e le istanze delle nuove generazioni è la missione principale di Freeda. Con l’avvento del Covid e i conseguenti contraccolpi sulla società, non potevamo non interessarci della risposta dei più giovani ad eventi così dirompenti. Dalla nostra indagine emerge una grande consapevolezza in merito alla Salute Mentale, tanto che i problemi legati a questa sfera sono considerati della stessa importanza delle malattie fisiche dalla quasi totalità degli intervistati e non rappresentano qualcosa di cui vergognarsi. Attraverso questo report la nostra community ci dà informazioni preziose per orientare il dibattito e prendere provvedimenti concreti, di reale utilità per i giovani: l’89% degli intervistati pensa che la salute mentale non riceva la dovuta attenzione da parte dei media; i social sono la principale fonte di informazione in merito e per il 50% dei rispondenti italiani le misure prese dal governo non sono ancora sufficienti per coprire i bisogni delle persone”.

Il 40% degli intervistati da Freeda appartiene alla fascia d’età tra i 25 e i 34 anni, seguito da un 30% tra i 18 e i 24 anni. Il 94% dei rispondenti è donna, il 43% vive con i genitori, solo la metà lavora (49%, con una concentrazione maggiore nella comunità inglese) e il 37% non ha una situazione economica stabile. Il 58% dei giovani italiani ha dichiarato di trarre informazioni dai social. Anche a livello transnazionale, all’interno della community intervistata, i social media sono la principale fonte di informazione sul tema (64%), seguono gli specialisti privati per la salute mentale (47%), mentre altre fonti online (eccetto i social network) e gli amici sono la terza fonte più comune (31%).

Nei confronti delle misure governative tra gli intervistati italiani regna lo scetticismo. Partendo dal presupposto che il 64% è a conoscenza della legislazione nazionale in merito, la metà pensa che le misure prese dall’esecutivo rappresentino un primo passo, ma che non siano ancora abbastanza.

Per quanto riguarda i modi più comuni per prendersi cura della propria salute mentale e delle proprie emozioni, il 61% ha risposto “ascoltare musica” come prima preferenza, mentre il 52% è più confortato dal ricevere sostegno degli amici. Con la stessa percentuale, anche “uscire a fare una passeggiata” è una delle attività ritenute più utili per superare i momenti di sconforto emotivo.

Infine, il 95% degli intervistati pensa ci siano ancora molti pregiudizi legati alla sofferenza mentale e, nel nostro Paese, il 42% evidenzia di essere stato screditato per i suoi problemi mentali.

 

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