Il tasso di povertà in Italia: la situazione attuale

 Il tasso di povertà in Italia: la situazione attuale

Secondo l’ISTAT, l’Istituto Nazionale di Statistica, al momento attuale il 28,7% degli italiani è a rischio povertà, praticamente un italiano su tre. A questo dato impietoso fornito dall’istituto, si aggiungono altri numeri poco rassicuranti:

  • rischia l’esclusione sociale a causa del peggioramento della propria condizione di vita il 19,9% della popolazione;
  • l’11,7% delle famiglie versa in una situazione di bassa intensità lavorativa;
  • quelle gravemente deprivate sono l’11,5%.

Secondo gli obiettivi prefissati dalla Strategia Europea di contenimento delle soglie della povertà, fissate per il 2020, l’Italia è pericolosamente fuori quota. Il limite previsto entro quell’anno dovrebbe rientrare al di sotto dei 13 milioni di individui.

Al momento attuale, secondo le previsioni del programma europeo, siamo già fuori di 4 milioni e mezzo di individui. A contribuire in maniera determinante sulla situazione attuale che ha portato a questi numeri, in Italia la distribuzione dei redditi è sproporzionate oltre modo rispetto alla media europea.

Se confrontiamo la stessa percentuale di famiglie che detiene la maggior parte della ricchezza stimata in Italia con quelle meno abbienti la differenza è di ben 30 punti percentuali (il 20% delle famiglie più ricche possiede il 37,3% della ricchezza stimata; il 20% più indigente arriva appena al 7,7%).

La situazione attuale di povertà è dovuta a scelte politiche disastrose, errate e corrotte nel corso degli anni. Il fattore angosciante che emerge da questi dati evidenzia la tendenza all’accrescimento della disuguaglianza sociale da parte di chi comanda. La sete di potere e la facilitazione del controllo delle masse disagiate ha reso ancora più appetibile la situazione ai poteri forti.

La corsa al denaro e l’affannosa ricerca del lavoro sono rese ancora più forzate in un sistema economico compromesso. Se il modello non funziona ed è a vantaggio di pochi, il bisogno di denaro e di disponibilità finanziaria da parte dei più svantaggiati diventa una forzatura deprimente.

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