Tutti parlano di Clubhouse, il social della “conversazione”
Il social network di cui tutti ultimamente parlano è Clubhouse, dove invece di scrivere messaggi o condividere immagini si parla in diretta. Diversissimo da Facebook e molto più simile a Twitter, Clubhouse è pensato per parlare di qualsiasi cosa, in qualsiasi momento, con chiunque.
Negli USA l’App ha ottenuto una grande popolarità, raggiugendo i 2 milioni di iscritti tra cui Oprah Winfrey, Drake ed Elon Musk. Tuttavia, è ancora in fase di sviluppo in Italia. Difatti, per ora, è utilizzata solo da figure professionali come giornalisti, esperti della comunicazione digitale o soggetti molto seguiti online su altre piattaforme, come per esempio Marco Montemagno. Chiunque può aprire una stanza, scegliere se aprirla a tutti o solo ad alcune persone, e darle un tema.
Esiste da poco meno di un anno e ricorda i forum, ma in modalità orale, quindi molto più rapida ed effettiva. Su Clubhouse non c’è nulla di registrato, difatti si parla live, chiedendo di intervenire con una ‘alzata di mano’. Ci si può creare un profilo personale solo ed esclusivamente se si viene invitati da un altro utente. Inoltre, si può accedere soltanto da app, non da pc. E’ altrettanto importante conoscere l’ inglese, Clubhouse non si ripropone in altre lingue.
A tal proposito, i fondatori di Clubhouse, Paul Davison e Rohan Seth, hanno spiegato sul blog del social network: “Il nostro scopo era costruire un’esperienza social che venisse percepita come più umana, dove invece di postare ci si riunisce con altre persone per parlare. Volevamo creare uno spazio tale per cui quando chiudi la app ti senti meglio di quando l’hai aperta, perché ti ha permesso di approfondire un’amicizia, incontrare persone nuove e imparare qualcosa”.