Studio Outbrain-Savanta: cresce il numero di utenti che si allontanano dai social in favore di altri ambienti informativi nel web
Outbrain, una delle principali piattaforme di recommendation dell’open web, presenta i dati di uno studio globale condotto con l’istituto indipendente Savanta sulle abitudini di fruizione delle informazioni degli utenti online, tra social networks e vetrine editoriali.
Per la prima volta nei suoi 18 anni di storia, Facebook ha recentemente riportato un declino nei suoi utenti attivi giornalieri, con un calo di un milione di DAU nel Q4 2021, rispetto al trimestre precedente.
Questo si allinea con una tendenza registrata già da un po’ di tempo a questa parte in seno ad Outbrain, secondo la quale le persone si stanno allontanando da una navigazione spensierata verso un’esperienza internet più intenzionale e piena di scopi. E lo studio globale* ‘Power of Native Research. Online survey’ di Outbrain, realizzato in collaborazione con il fornitore di terze parti Savanta sul periodo 2 dicembre 2021 – 4 gennaio 2022 e in 9 Paesi (Australia, Francia, Germania, Israele, Italia, Giappone, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti), è una ulteriore conferma oggi di questa tendenza.
Sono diversi i dati degni di nota che rivelano il cambiamento crescente dei comportamenti del pubblico. Alcuni risultati chiave che emergono dallo studio Outbrain-Savanta sono i seguenti:
Il 21% dei consumatori globali prevede di passare meno tempo sui social media nei prossimi 6 mesi.
Di questi, il 39% si rivolge completamente offline. Circa il 33% lavora o studia, e il 36% visita siti web con contenuti editoriali – come siti di news nazionali e locali, e siti lifestyle.
Gli utenti ripongono più fiducia nei siti in stile editoriale che nei social network.
Il 75% dei consumatori si fida dei contenuti e delle raccomandazioni visti su un ambiente editoriale (su una media di siti di news, attualità e lifestyle, siti di interesse speciale o di tempo libero) contro il 54% che si fida dei contenuti e delle raccomandazioni sui contenuti generati dagli utenti dei social media.
Inoltre, i decisori domestici sono significativamente più propensi a fidarsi dei contenuti e delle raccomandazioni che vedono in ambienti editoriali, rispetto ai non decisori.
Gli annunci pubblicitari godono di maggiore fiducia negli ambienti web editoriali che nei social media.
La fiducia degli utenti si estende anche alla pubblicità. Il 68% dei consumatori si fida degli annunci visti in ambienti editoriali** contro il 55% dei social media.
La pubblicità nativa è considerata la forma meno intrusiva di pubblicità.
Gli annunci sui social feed sono considerati il tipo di annuncio più intrusivo, seguiti dagli annunci display e di paid search.
In risposta a questi mutati comportamenti, i marketer devono adattarsi e diversificare i loro canali di marketing.
Si dovrebbero prevedere investimenti pubblicitari direttamente in seno agli Editori nell’open web, dove sempre più utenti internet preferiscono trascorrere il loro tempo e in cui risultano essere più ricettivi alle raccomandazioni.
Gli stessi insight sul mondo reale di Outbrain supportano le affermazioni dello studio condotto. Le campagne native all’interno del network di Outbrain hanno superato gli annunci sociali per quanto riguarda la qualità dei lead, l’engagement e l’efficienza dei costi per varie campagne di importanti brand. Qui alcune evidenze esemplificative:
- +28% Tempo medio speso rispetto ai social per il brand Ferrero Rocher
- +180% di lead rispetto ai social per il brand Microsoft
- -200% CPC vs Social per il brand Brooklinen
- -42% CPL vs Social per il brand Tacotax
“In tutte le industry risulta oggi fondamentale ampliare e diversificare canali e strumenti nei piani digital advertising, dando fiducia agli Editori online nell’open web per sostenerli, ma anche per operare all’interno di contesti Premium, brand-safe, e massimizzare gli investimenti adv in uno scenario sempre più mutevole” commenta in conclusione Antonello Sessa, Head of Sales di Outbrain Italy.